IL SILENZIO DI SATURNO E LA PAROLA GIOVIANA..un dinamismo planetario senza fine ne principio
Il silenzio, per definizione, è ciò che non si ode. Il silenzio ascolta, esamina, osserva, pesa e analizza proprio come ci racconta la filosofia di Saturno.
Il silenzio è anche fecondo. Il silenzio è terra nera e fertile, l’humus dell’essere, la tacita melodia sotto la luce solare che potrà risplendere anche sotto tono se quel silenzio saturnio è ben ascoltato…dai dinamismi cerebrali che contattano Giove e la sua verbalizzazione incessante e rumorosa.. I due pianeti sono sinergici nonostante la loro anima opposta e decisamente contraria. Silenzio e parola..
Cadono su di esso le parole.. Tutte le parole. Quelle buone e quelle cattive, quelle vere e quelle finte, quelle utili e quelle inutili: il verbo di Giove che interagisce di continuo con il suo contraltare planetario Saturno per creare la società e la socializzazione: dalla coppia, alla famiglia, al Comune, allo Stato. per una continua ed inesauribile “crescita” non necessariamente evolutiva .
Dal 1900 ad oggi abbiamo avuto 12 cicli completi di Giove Saturno, da congiunzione ad opposizione, e di nuovo a congiunzione. Queste fasi sono analoghe a quelle della Luna, congiunzione o luna nuova, opposizione o luna piena, ma si svolgono su parametri temporali molto più lunghi. Giove viaggia ad una velocità di 11,9 anni, Saturno 28,9 anni per compiere un giro completo dell’eclittica. Questo è un rapporto di 2,4 giri di Giove per un giro di Saturno. La ricorrenza delle congiunzioni ha un ciclo globale di 918 anni prima di ripetersi allo stesso grado e segno.
Ed il cerchio è completo. La natura è altresì matematica, ma sceglie di esprimersi in modo ineffabile. La scelta di calendarizzare gli eventi è la regina della Scienza. Oggi persino gli astronomi hanno cominiciato ad esaminare i cicli di Giove e Saturno per scoprire le relazioni che interessano la climatologia, i terrremoti, il surriscaldamneto o il raffreddamento terrestre e che potrebbe essere la strada giusta per prevedere i grandi cambiamenti climatici e altri fenomeni quali tsunami, eruzioni vulcaniche, spostamenti della crosta terrestre, terremoti e non è un caso che dico da tempo di estate meno pesanti con inverni più freddi proprio perché Saturno è stato in questi anni nei segni autunnali e si sta avvicinando a quelli invernali dove dovrebbe regnare incontrastato il gelo e le basse, se non bassissime, temperature. Il gelo è silenzio, il caldo è rumore…
La parola non risponde, né domanda: accumula, mentre il silenzio disperde…
La parola è l’erba fresca e verde che copre la superficie dello stagno. La parola è polvere negli occhi e occhi bucati.
La parola non mostra. La parola dissimula. Per questo urge mondare le parole perché la semina si muti in raccolto.
Perché le parole siano strumento di morte – o di salvezza. Perché la parola valga solo ciò che vale il silenzio dell’atto. Ci sono molte parole.che formano i discorsi…: i discorsi, che sono al dunque parole accostate le une alle altre, in equilibrio instabile tra loro grazie a una sintassi precaria, fino alla conclusione del “Dissi” o “Ho detto”. Con i discorsi si commemora, si inaugura, si aprono e chiudono riunioni, si lanciano cortine fumogene o si dispongono tende di velluto. Sono brindisi, orazioni, conferenze, dissertazioni.
Alcune parole ci succhiano, non ci mollano; sono come zecche: si annidano nei libri, nei giornali, negli slogan pubblicitari, nelle didascalie dei film, nelle carte e nei cartelloni. Le parole consigliano, suggeriscono, insinuano, ordinano, impongono, segregano, liberano, eliminano. .Sono melliflue o aspre. Il mondo gira sulle parole lubrificate con l’olio di una eventuale disponibile pazienza….che Giove non ha e Saturno non vuole..per questo il fraintendimento è all’ordine del giorno nei dialoghi verbali e non degli uomini..
I cervelli sono pieni di parole che a ben vedere convivono in un dinamismo continuo di contraddizione verbale.. con le loro anime opposte: uguali e contrarie, amiche e nemiche.
Per questo le persone spesso fanno il contrario di quel che pensano, credendo di pensare quel che fanno….
roma 25 08 2014 Claudio Crespina